28 aprile 2007

Se l'università fa ricerca per le imprese, davvero

Il rapporto che il College of Textile ha creato, grazie al suo operare nel settore da lunga data, è ancora più stretto di quello che si può intuire ad una prima analisi superficiale. Quando ci si riferisce ad un istituzione che fa ricerca & sviluppo per un settore, infatti, si pensa di solito ad un tipo di ricerca primaria, in qualche modo basilare: nozioni o innovazioni di tipo generico, applicabili e utilizzabili da tutte le imprese nazionali. Quello che realizza il College of Textile, invece, è ancora più fruibile; è company-oriented.
Lo spunto per le nuove ricerche e approfondimenti, infatti, non parte da un idea nata nel mondo accademico ma da un reale bisogno o interesse di un imprese. E qui sta la principale differenza. Nel college l’idea parte da una specifica azienda, interessata a sviluppare un nuovo prodotto ma che non ha le strutture necessarie per portare a termine un progetto, incerto per natura visto che si parla di ricerca, che necessita di molte risorse, a partire da quelle umane e di tempo. Le aziende si fanno così carico di finanziare il master o PhD. degli studenti del college, in cambio di uno studio su uno specifico ambito individuato dall’azienda in base a quelli che sono i suoi progetti per le innovazioni in azienda.
Al termine del periodo di ricerca, ogni studente presenta alla “propria” azienda il frutto del suo lavoro, che se non sempre sfocia poi in un prodotto finito per il mercato finale, spesso fiisce però con un assunzione all’interno dell’azienda stessa.

Che aziende traggono vantaggio da questo tipo di innovazione? Il raggio d’azione del College varia a seconda dei programmi in questione, ma è sicuramente impressionante. Il programma NCRC (Non Woven Cooperative Research Center) , è il più interessante a riguardo: le aziende che ne sono finanziatrici attive, sono grandi corporation americane, ma anche aziende di più modeste dimensioni provenienti dai dintorni, così come aziende tedesche o cecoslovacche.
Per quanto riguarda, l’istituto, di più antica data, delle tecnologie del tessile (ITT) , le aziende parti del network sono, invece, tutte basate in America, mentre il NTC (National Textile Centre), è il programma più tradizionale tra tutti quelli elencati in questo senso. Questo centro di ricerca, infatti, è finanziato con fondi pubblici per supportare dei progetti ideati dagli esperti del centro, i quali vengono poi pubblicati pubblicamente in modo che tutto il settore possa trarne vantaggio.

Dunque, un bel po' di finanziamenti, e un bel po' di buone idee per chi volesse prendere spunto per le istituzioni nostrane.

26 aprile 2007

Se l'universita' fa ricerca per le imprese...

se l'universita' fa ricerca per le imprese, davvero la presenza di un istituto di ricerca nella zona fa la differenza. Quello che ho avuto la possibilita' di visitare io, penso sia solo uno dei tanti ma mi fornisce un valido esempio per supportare l'idea di quanto un universita' possa essere utile per il territorio in cui si trova. Il College of textile, infatti, va fiero di essere considerato quasi la sede distacata di un laboratorio di ricerca&sviluppo di ogni azienda, disponibile per le company dello stato, sempre pronto ad orgqanizzare convegni ma soprattutto ad "anticipare" le nuove tendenze o potenzialita', per fornire alle aziende un valido supporto, non solo in termini teorici, ma anche empirici e applicativi.

Studenti e professori si spremono le meningi per trovare nuove soluzioni alla crisi del settore, puntando su nuovi prodotti performanti o nanotecnologie. Magari molte di queste applicazioni saranno fin troppo raffinate per entrare davvero in un mercato, oppure saranno poco commercializzabili per qualche altro motivo, ma l'idea di fondo e' che lo sforzo di studenti e faculty e' tutto diretto ad "appoggiare" le aziende.

Stesso atteggiamento anche in italia? sara' che da noi non ci sono istituti specializzati in un settore particolare come invece sembrano essercene negli States, pero' non mi sembra che la differenza stia tutta qui.

19 aprile 2007

Soluzione

A differenza di quanto potrebbe suggerire l'apparenza, le fotografie di ieri sono state scattatte all'interno di un universita', piu' precisamente la North Carolina State University, durante l'open day del college of Textile. Uno dei pochi al mondo, questo college e' completamente focalizzato sullo sviluppo di figure professionali che possano portare valore aggiunto alle moltissime aziende del tessile&abbigliamento del North Carolina. C'e' ovviamente piu' di un curriculum all'interno del college, ma gli indirizzi principali riguardano il "fashion", simile alle nostre scuole di moda. Gli studenti di questo corso si sbizzarriscono a creare nuovi modelli e a realizzarli, grazie anche ai macchinari a cui hanno libero accesso di cui le foto di ieri erano solo un assaggio, che si trovano all'interno dell'edificio stesso dove seguono i corsi. Altro indirizzo e' quello piu' tecnologico, studi di chimica e fisica, quasi un "ingegneria del tessile" per studiare le caratteristiche dei tessuti e svilupparne di nuovi dalle migliori performance. Infine un terzo indirizzo e' piu' di management, nel quale gli studenti studiano le caratteristiche del settore qui in North Carolina, analizzano le strategie dei grandi player del mercato e nuovi mercati e possibilita' di sviluppo.
Durante questo open house day ognuno dei PhD o grad student ha presentato, a termine di un ciclo di brevi interventi, il proprio progetto di ricerca, ad un pubblico di aziende(potenzialmente interessate ad acquistare i prodotti o le soluzioni da loro presentate) e di professori del loro college o provenienti d aaltra universita' del circondario....
vedere per credere...

18 aprile 2007

Indovinello


Indovinello: dove credete possa aver fatto queste fotografie?





April 16th, the black

http://www.vt.edu/
http://rosa.hosting.vt.edu/index.php/memorial/

17 aprile 2007

ingrosso o produzione? questo è il problema

La prima volta che ho sentito parlare di wholesale come categoria definitoria dell'attività di alcune aziende del tessile&abbigliamento in North Carolina mi sono stupita moltissimo che nella definizione che danno qui negli States si facciano rientrare quelle che qui da noi sono invece diverse categorie. Perciò mi sono messa ad argomentare che un conto è l'ingrosso e un conto diverso invece bisogna fare per catalogare quelle aziende che si fanno in qualche modo "importatrici" di prodotti fatti da altri (specialmente, neanche a dirlo, da aziende con gli occhi a mandorla), ci appongono un etichetta e poco più e il prodotto è bello che pronto.
Errore definitorio, episodio archiviato. Se non che la faccenda è tornata di nuovo alla mia attenzione per una seconda volta, ma questa volta supportata da dati provenienti dalla, già citata, survey. A quanto pare la popolazione delle "hollow corporation"(etichetta che secondo me meglio spiega, tra quelle "disponibili", quello che intendono qui come uno dei sottoinsiemi dei wholesalers) non è proprio sparuta, e cosa che secondo me è ancora più rilevante, è formata anche da aziende di nuovissima formazione.
Il che apre lo spazio a moltissime riflessioni e punti di domanda.
Stiamo individuando una nuova tipologia di upgrading che le aziende della NC stanno intraprendendo per sfuggire dalla race to the bottom contro Cina&CO? ma poi, è una via di successo e percorribile? Qual'è la numerosità del fenomeno e il trend? Perchè il nome di queste aziende non è venuto fuori dalla lista di aziende che come attività principale hanno il retail o l'ingrosso, ma da quelle che sono catalogate come aziende "produttive", sulla base dei codici di classificazione delle attività economiche NAICS. Il che può suggerire che quello che sto scorgendo è solo la punta dell'iceberg.
E' dunque un'attività verso la quale le aziende si sono spostate nel tempo, perchè hanno visto la possibilità di maggiori profitti (magari visto che la via del design o di un maggior investimento in R&S non erano considerati percorsi di sviluppo a portata di mano) oppure è, di nuovo, un semplice errore classificatorio per un piccolo gruppo d aziende di produzione ai confini tra due categorie di attività economiche diverse?
Dal canto mio cercherò di approfondire, considerati i potenti mezzi che può fornire una ricerca quantitativa, quale sia l'entità e la consistenza del problema, perchè secondo me può è un argomento interessante e dalle molteplici implicazioni. In the meanwhile, I'll be eager of comments and suggestions.

12 aprile 2007

Out of business

Questa settimana e' iniziata, qui al CGGC, a pieno ritmo la survey "networks and technology for small and medium-sized companies". Parlare di risultati a questo primo stadio e' prematuro, ma gia' qualche indicazione utile si puo' estrappolare dalle prime telefonate effettuate. Infatti, una buona parte delle aziende alle quali abbiamo chiesto di partecipare a questo progetto di ricerca, ha declinato adducendo il fatto che l'azienda sta andando out of business.
Scusa bella e pronta per scansare una lunga serie di domande? Forse, ma non solo, visto che la stessa risposta l'hanno data anche aziende che hanno accettato di collaborare in questo progetto. Secondo me, invece, e' un indicatore del grado di di ristrutturazione che il settore del tessile e abbigliamento sta subendo in quel del North Carolina. Essendo la ricerca, infatti, svolta solo presso aziende che hanno stabilimenti produttivi in questo stato, questo tipo di risposte possono rispecchiare un trend (che del resto non stupisce piu' di tanto) di chiusura di stabilimenti, per ridimensionare la produzione aziendale o per trasferirla all'estero, ma magari anche per spostare le operation in altri stati all'interno degli US.

... waiting for more results to understand the trends....